Riflettori su…Marco Mininno

Uno spettacolo si avvale sia del cast artistico sia di un cast tecnico, altrettanto importante. Anche se lavorano dietro le quinte, senza queste maestranze non ci sarebbe alcuno show. Abbiamo quindi pensato di intervistare un direttore delle luci. Per una volta l’occhio di bue si accenderà su di lui! Buio in sala, andiamo a cominciare…

MARCO MININNO (nato a Roma il 27/04/1989) appassionato di Musical Theatre, si diploma sia al Liceo Scientifico sia all’Istituto Tecnico Industriale – indirizzo Elettrotecnico. Intraprende gli studi di Marketing presso l’Università Luiss Guido Carli e successivamente si avvicina agli studi da Light Designer, ottenendo la qualifica di Tecnico esperto nell’illuminazione cinematografica ed audiovisiva. Lavora come Lighting Technician presso Costa Crociere, Light Designer; ad oggi è Datore Luci presso il Teatro dell’Opera di Roma. Fondatore della compagnia teatrale Compagni di Scena.

Sei tra i fondatori dei Compagni di Scena. Puoi raccontarci quando e come sono nati, chi eravate e cosa vi ha spinto a creare una compagnia?

Luglio 2017: una rappresentanza dei Compagni di Scena festeggia i sette anni della compagnia. Marco Mininno è l’ultimo sulla destra

Quest’anno ricorre il decimo anno dalla fondazione dei Compagni di Scena. Nell’estate del 2010, in pausa dagli studi universitari (frequentavo i corsi di marketing alla Luiss), mi venne l’idea di raggruppare tutti i ragazzi che avevo conosciuto nelle varie esperienze teatrali giovanili e di unirli in un’unica compagnia. Assegnai da subito ruoli distinti: Daniele Trombetti avrebbe dovuto occuparsi della commedia, Valentina Moscuzza dei musical, Simone Formicola della prosa, Daniele Adriani della parte amministrativa. Contattai anche una band, gli “88 folli”, che ancora oggi suonano nei nostri spettacoli. Abbiamo sempre voluto spaziare tra i vari generi teatrali e forse è proprio questo che ci ha contraddistinto negli anni. Quello che ci ha spinto è il voler dare la possibilità ai ragazzi usciti dalle scuole di teatro di seguire ognuno la propria strada nell’ambito artistico e di mettersi alla prova…diciamo una sorta di fucina degli artisti… e con qualcuno ci siamo riusciti. Posso dire di essere uno di quelli che ci è riuscito.

Nei Compagni di Scena hai da subito ricoperto il ruolo di direttore delle luci? Avevi esperienze pregresse?

Logo dell’associazione Compagni di Scena

Quando inizi a fare teatro entri in un universo fatto di tanti piccoli pianeti. C’è chi trova fin da subito il suo habitat naturale e poi ci sono gli astronauti: io, prima di scegliere il pianeta su cui vivere, li ho voluto scoprire un po’ tutti. La parte tecnica ed in particolare le luci mi hanno sempre affascinato. Tutti si accorgono di un “fischio” del microfono o di una scenografia ben costruita, di uno strumento che stona o di una bella voce, ma in pochi fanno caso alle luci – questo perché esse lavorano sull’inconscio del pubblico, rendendo tutto un po’ più magico. Ho iniziato ad occuparmi di luci proprio con Compagni di Scena, poi ho intrapreso degli studi specifici; al Teatro Don Mario Torregrossa mi sono fatto le ossa, prima di entrare a lavorare come Light Technician per Costa Crociere; poi ho seguito qualche tournée in Italia ed attualmente lavoro al Teatro dell’Opera di Roma.

Qual è lo spettacolo che siete stati più orgogliosi di realizzare? E’ stato difficile ottenere le licenze per portare in scena musical famosi come “Grease” e “Sweeny Todd”?

Fare un nome in particolare è impossibile; ogni volta che finisci le repliche di uno spettacolo la domanda che ti fai è: “Quando lo rifacciamo?”. Ognuno ti lascia sempre dentro un bel ricordo. Ottenere le licenze originali degli spettacoli in realtà è più semplice di quello che può sembrare: basta fare una richiesta alle aziende che ne detengono i diritti e pagarli. Compagni di Scena ha dei buoni rapporti con alcune delle maggiori aziende americane di musical (Music Theatre International, Concord Theatricals). Molto spesso si pensa che cambiando il nome dello spettacolo si possa evitare tutta la trafila, ma così si incorre in reato. Ultimamente ci è venuto in mente di aiutare chi non sa queste cose e fare dei tutorial o dei corsi.

A causa dell’emergenza Coronavirus e la conseguente chiusura di tutti gli spazi teatrali si è dovuto purtroppo rimandare il debutto (previsto a marzo 2020 presso il Teatro Don Mario Torregrossa) del vostro ultimo musical “Be More Chill – Datti una mossa”. Qual è stata la vostra reazione e a quali attività vi siete dedicati in alternativa?

“Be more chill – Datti una mossa”, il musical in attesa di andare in scena al Teatro Don Mario Torregrossa

E’ stato davvero triste…eravamo pronti, abbiamo fatto anche la prova generale, mancava solo un giorno al debutto prima dello stop, purtroppo ci siamo rimasti tutti male. La cosa positiva è che comunque ci siamo fatti forza, siamo rimasti in contatto e molto legati. Speriamo di poterlo portare presto in scena perché è veramente qualcosa di speciale. Nel frattempo stiamo lavorando ad un database di musical contenente materiale di tutti i tipi, dagli spartiti alle tracce audio e video. Inoltre, da quando è iniziato il lockdown, abbiamo deciso di proiettare 3 nostri spettacoli a settimana in occasione dei 10 anni della compagnia sia per rivivere bei momenti sia per rimanere un po’ in contatto con il nostro pubblico.

I CdS sono anche promotori di altre iniziative come il concorso teatrale “Corti di Scena”, oltre che creatori di servizi nel settore dell’arte e dello spettacolo, non soltanto per il X Municipio di Roma, territorio in cui molti di voi risiedono. Ce ne parli?

Da un paio di anni, in accordo con il Liceo Labriola di Ostia, abbiamo iniziato dei corsi di Alternanza Scuola/Lavoro con gli studenti. Lo scopo del progetto “Fabbrica Giovani Artisti” è quello di formare un gruppo di ragazzi a tutte le maestranze del teatro, dalla parte artistica (attori, cantanti, ballerini, musicisti) alla parte tecnica (tecnici luce, audio, scenografi, macchinisti) e mettere con loro in scena un musical. Il progetto, che ricalca molto lo stile delle scuole musicali americane, sta riscuotendo un enorme successo, tanto che nel secondo anno abbiamo quasi raddoppiato gli iscritti, arrivando a circa 80 ragazzi. La gioia più grande è stato vedere i loro volti a fine spettacolo, un misto tra felicità e tristezza per aver concluso un percorso che li ha visti tutti protagonisti. L’obiettivo è quello di estendere questo progetto anche in altre scuole del Municipio.

So che c’è un altro progetto che bolle in pentola…Puoi darci qualche anticipazione?

Il lockdown ha un po’ bloccato i tempi, ma non i piani: dal prossimo anno apriremo la CdS Academy. Quello che vogliamo fare è un qualcosa di diverso dalle solite “scuole di teatro” fine a se stesse. La nostra vuole essere una scuola pre-accademica che prepari i ragazzi con un percorso che li accompagni dai 3-4 anni fino alla maturità, in modo da poter scoprire ed avvalorare il loro talento artistico. E’ per questo che svolgeremo corsi di recitazione, danza, canto, musica, tecnica (audio-luci-scenografia-video) sviluppati di anno in anno a seconda delle esigenze dei ragazzi, fino ad arrivare agli ultimi anni dove dovranno affrontare dei veri e propri esami. Chissà se con gli anni non possa diventare un vero e proprio indirizzo universitario…

UN GRAZIE A MARCO PER AVER ABBANDONATO LE QUINTE ED ESSERSI SOTTOPOSTO – CON LE LUCI PUNTATE SU DI LUI, STAVOLTA! – AL NOSTRO “INTERROGATORIO”.

Margherita De Donato