In laboratorio con…Elisa Iannetti

Incontriamo una responsabile del Laboratorio teatrale del Centro di Formazione Giovanile “Madonna di Loreto” attivo presso il Teatro Don Mario Torregrossa e dedicato ai giovani del territorio che frequentano il Centro stesso.

ELISA IANNETTI (nata a Roma il 20/08/1988) comincia a fare teatro all’età di 12 anni, proseguendo per tutto il periodo in cui frequenta il Liceo classico “Anco Marzio” di Roma-Ostia. Durante gli studi si cimenta con l’arte della recitazione nel laboratorio teatrale della scuola, condotto da Pietro Longhi (direttore artistico del Teatro Manzoni, Teatro Roma e Teatro Italia). Sotto la sua direzione recita in “Liliom”, “Il fu Mattia Pascal”, “Mia Famiglia” e “La casa di Bernarda Alba”.

Dopo il liceo si iscrive all’Università “La Sapienza” di Roma, dove studia “Arti e scienze dello spettacolo” e si laurea con il massimo dei voti nel 2014.

Nello stesso anno comincia a frequentare l’Accademia di recitazione “Teatro Azione” (fondata nel 1983 da Cristiano Censi ed Isabella del Bianco e dove si è formato anche l’attore Elio Germano, che vi entrò all’età di 14 anni). Vi approfondisce materie quali Interpretazione (con Isabella del Bianco come docente), Biomeccanica, Voce con il metodo Linklater (con Valentino Villa), Improvvisazione e Risveglio Sensoriale ed Emotivo (con Caterina Mannello). Qui si appassiona al teatro come lavoro su se stessa e recita in Girotondo di Arthur Schnitzler e ancora ne La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca. Al termine del biennio 2014-2016 consegue la qualifica di Attore e Insegnante di Teatro.

Elisa Iannetti ne “La casa di Bernarda Alba”, opera in tre atti scritta nel 1936 da Federico García Lorca alcuni mesi prima della sua morte. Venne rappresentata per la prima volta a Buenos Aires nel 1945

Dal 2016 si occupa di condurre il laboratorio teatrale per i giovani del Centro di formazione giovanile “Madonna di Loreto” presso il Teatro Don Mario Torregrossa, insieme ad altri due volontari Andrea Nardis e Gabriele Ciccarelli. Tra le sue regie “Miseria e Nobiltà”, “Cyrano dacci una mano”, “I colori dell’amore” e “Somewhere over the theatre” (scritto con i ragazzi).

Nel 2018 entra a far parte della Compagnia teatrale I distillati A.p.s. (fondata da Barbara Olivieri – che ne è la presidente – e Giorgia Paolini, regista) e interpreta personaggi comici in Caos in casa mia” (2018), “Rumors” di Neil Simon (2019), “La cantatrice è calva?…Forse” (2019) e “Le BeAttrici” (2020).

Nel 2019 segue un Master in Pedagogia Teatrale dell’ I.N.PE.F Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, ottenendo la qualifica di Operatore Specializzato nell’utilizzo delle Tecniche Teatrali nei contesti educativi

Veniamo alle domande….

Perché hai cominciato a fare teatro? Da cosa ti sei sentita attratta?

Sulla mia decisione di dedicarmi al teatro ha influito in modo preponderante la passione che da sempre la mia famiglia, in particolare mio padre, ha coltivato per questa forma di espressione artistica. Sono cresciuta sentendo parlare di Eduardo de Filippo, Goldoni, Shakespeare e dei grandi attori del teatro italiano. Tuttavia ho cominciato a fare teatro attivamente al Liceo classico “Anco Marzio” di Ostia, dove ho avuto la fortuna di frequentare il laboratorio teatrale, all’epoca diretto da un attore del calibro di Pietro Longhi. L’ho fatto principalmente per mettermi alla prova, visto il mio carattere introverso, e in secondo luogo per socializzare con persone che condividessero i miei stessi interessi culturali. Quello che mi ha attratta da subito è stata la possibilità di interpretare personaggi sempre molto diversi da me, ognuno dei quali caratterizzato da qualcosa che mi appartenesse, ma soprattutto, calcando le assi rumorose del palcoscenico, la sensazione di trovarmi al posto giusto nel momento giusto.  

Quale tra le tue esperienze teatrali ti ha più appassionato?

Senza voler svalutare nessuna delle esperienze teatrali che ho avuto, perché tutte hanno aggiunto qualcosa alla mia consapevolezza di attrice, posso dire che quella che più mi ha appassionato è stato frequentare l’Accademia di recitazione “Teatro Azione. E’ stato lì che ho potuto applicare tecniche teatrali che all’Università avevo solo studiato, come il metodo Stanislavskij e il metodo Margotta. Soprattutto, lì ho praticato esercizi di materie – come Risveglio Sensoriale ed Emotivo con Caterina Mannello – che hanno cambiato la mia visione del teatro. Non uno studio solo sul personaggio, ma anche e soprattutto su se stessi, per stimolare una maggiore percezione dei propri limiti e potenzialità. Tutto questo allo scopo di conoscersi e risultare veri, tanto sul palco quanto nella vita.

Elisa Iannetti in“Caos in Casa mia” andato in scena al Teatro Casaletto nel 2018, per la regia di Gianluigi Catalano

Come è nata la tua collaborazione con “I Distillati A.p.s.” ?

E’ stata esilarante! Avevo fatto con esito positivo un provino per uno spettacolo teatrale brillante, le cui prove si sarebbero svolte di lì a tre mesi. Barbara Olivieri, la presidente dell’associazione, e Giorgia Paolini, la vice-presidente e regista, mi avevano fatto un’ottima impressione, quindi ero al settimo cielo! Non vedevo l’ora di cominciare a collaborare con loro e di entrare per la prima volta a far parte di una compagnia. Poi il caso ha voluto che per alcuni problemi avessero dovuto cambiare spettacolo. Il regista che aveva proposto il nuovo testo, Gianluigi Catalano, in seguito entrato a far parte della compagnia, non avendomi mai vista, ha voluto che preparassi un nuovo monologo, diverso da quello che avevo portato al primo provino, e che leggessi alcune battute di due personaggi. Io, presa dall’indecisione, di monologhi ne avevo preparati ben tre! Dopo aver passato anche il secondo provino, è cominciata la mia stupenda avventura con loro e gli altri miei compagni di viaggio, con cui ad oggi ho recitato in quattro spettacoli: “Caos in Casa mia” per la regia di Gianluigi Catalano, andato in scena al Teatro Casaletto nel 2018; “Rumors” di Neil Simon rappresentato nel 2019 al Teatro Degli Eroi per la regia di Giorgia Paolini e Gianluigi Catalano; “La cantatrice è calva?…Forse” una rilettura fatta nel 2019 dell’opera di Ionesco e “Le BeAttrici” entrambi in scena al Piccolo Teatro San Paolo per la regia di Giorgia Paolini. Nel 2020 a causa del Covid abbiamo dovuto sospendere le attività, ma torneremo presto.

Sei specializzata in pedagogia teatrale per educare con il teatro in ambito aziendale e nei contesti sociali giovanili. Raccontaci dei tuoi laboratori con adolescenti e persone con disabilità.

La mia esperienza con il laboratorio per adolescenti nel Centro di formazione giovanile “Madonna di Loreto” nasce grazie a due fattori importanti. Il primo è la fiducia che il mio parroco Don Simone Giovannella ha riposto in me, permettendomi di condurre il laboratorio teatrale per via del potere che il teatro ha come strumento formativo umano, prima ancora che attoriale . Il secondo è la mia esperienza all’accademia “Teatro Azione”. L’aver ampliato la mia visione del teatro, in seguito ai benefici che ho ricevuto come persona prima che da attrice, grazie agli esercizi eseguiti all’Accademia, ha fatto nascere in me il desiderio di trasmettere questi strumenti anche a giovani in un’età delicata come quella adolescenziale, in cui si comincia a formare la personalità, per aiutarli a conoscersi e vedersi con i propri occhi invece che con quelli degli altri. E’ con questo intento che nasce nel 2017 il laboratorio teatrale “Quasi Attori. Un luogo in cui la cosa più importante è mettere il teatro al servizio dei bisogni che il giovane ha di socializzare e di divertirsi, in un ambiente in cui il giudizio è sospeso e che proprio per questo – permette al ragazzo di conoscere senza paura i propri limiti e potenzialità. Lavorare con loro è meraviglioso e sono le persone di cui sono più orgogliosa. La cosa più bella è vedere come davvero il teatro abbia operato dei cambiamenti nei ragazzi più timidi, rendendoli più sicuri di sé, e lo stupore di chi si mette in gioco per la prima volta e riesce a fare molte più cose di quanto credesse. Non c’è niente di più emozionante di vederli su quel palco con il solo obiettivo di creare qualcosa di bello tutti insieme, mostrandosi davvero per quello che sono, a volte anche ironizzando su alcuni aspetti di loro stessi che hanno imparato ad accettare durante il laboratorio. Nel 2020 ho avuto la fortuna di poter cominciare, sempre al Centro “Madonna di Loreto”, un laboratorio teatrale anche con persone con disabilità. Nonostante gli incontri siano stati pochissimi, causa emergenza Covid, c’è l’intenzione di continuarlo. Come nel caso degli adolescenti, anche questa volta sono stati loro ad insegnare qualcosa a me, o meglio, a confermare un concetto fondamentale, che è la base del teatro emozionale – una materia che ho avuto l’occasione di studiare nel corso del master di Pedagogia Teatrale con l’attore Fabio La Rosa (premiato nel 2019 con la medaglia d’oro “Maison des Artistes”): a teatro, il cui motore principale è l’emozione, non esiste il concetto di disabilità, perché tutti sono capaci di provare emozioni e di trasmetterle. E loro me ne hanno trasmesse tantissime.

Si dice che un sogno è solo un sogno, mentre un obiettivo è un sogno con un progetto ed una scadenza. Quali i tuoi prossimi obiettivi concreti e quale invece il tuo sogno ad occhi aperti?

Bellissima frase, che condivido in pieno! Il mio prossimo obiettivo concreto è conseguente a tutto quello che ho detto fino a qui. Condurre dei laboratori per aiutare i ragazzi: è un’attività che mi fa sentire al posto giusto nel momento giusto ed è anche il motivo della mia iscrizione al master di Pedagogia Teatrale. Pertanto, ho deciso di farne un lavoro e di aprire “TEATRO SU MISURA”, il mio laboratorio teatrale che per il momento ha la sede presso l’oratorio della parrocchia di San Giorgio a Roma-Acilia. Quando si potrà riaprire, vi condurrò due corsi. Il primo, “RISATE…SENZA MISURA”, per bambini dai 6 ai 10 anni, sarà incentrato proprio sul potere della risata soprattutto in un momento come questo e sulla capacità che ha di creare socializzazione e benessere per sé e per gli altri compagni. Verranno combinati gioco teatrale, improvvisazione, ritmo e armonia. Ci sarà da divertirsi! Il secondo, “SPECCHI(AMI)AMOCI”, sarà dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni, che avranno l’opportunità di coltivare relazioni vere sia con se stessi che con gli altri e di conoscersi liberamente, sempre in un clima di gioco e divertimento. Il mio sogno ad occhi aperti è che questo progetto prenda sempre più piede, per applicare il concetto di un “Teatro al servizio dell’attore” (che è il motto del mio laboratorio teatrale) ad un contesto che non sia necessariamente limitato ai giovanissimi, ma che risulti utile a qualsiasi fascia d’età.

Descrivi Elisa con tre aggettivi.

Sognatrice, sensibile, determinata.

Concludiamo con un filmato in cui Elisa Iannetti rilascia una simpatica intervista doppia…ma sotto altre vesti.

GRAZIE, ELISA, PER LA TUA TRAVOLGENTE PASSIONE PER IL TEATRO CHE CI HAI COMUNICATO COME UN FIUME IN PIENA. TI AUGURIAMO DI REALIZZARE TUTTI I TUOI PROGETTI ARTISTICI, APPENA LE ATTIVITA’ TEATRALI POTRANNO RIPRENDERE.

Margherita De Donato