Teatro Ghione, Marco Zadra con “L’Ultimo Recital” a maggio calca il palco dove il padre diede il suo concerto finale

Un coinvolgente omaggio, denso di emozioni, dedicato ai propri genitori, entrambi pianisti: Fausto, argentino di Barranquitas (solista nelle più celebri orchestre del mondo, da Santa Cecilia alla Konzerthaus di Vienna) e la belga Marie Louise diplomata al conservatorio di Bruxelles, conosciutisi all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la città in cui si sposarono nel 1960 e dove nacque Marco nell’ottobre 1963.

Marco Zadra, in veste di autore-regista ed attore, il 16 e 17 maggio condurrà gli spettatori del Teatro Ghione in un viaggio a ritroso nel tempo, a volte comico a volte nostalgico, con aneddoti curiosi ed esilaranti attraverso i ricordi di una famiglia speciale.

Uniti da profonde affinità elettive e da un incredibile virtuosismo musicale, Fausto Zadra e Marie Louise Bastyns sono stati due grandi pianisti, che hanno dato una testimonianza forte e tangibile del loro talento e della loro umanità.

“Sono Marco Zadra, se sono qui devo ringraziare i miei genitori che mi hanno messo al mondo. Provo tanto amore e ammirazione per loro e anche per i miei nonni, delle persone eccezionali che hanno sofferto molto per garantire il futuro della nostra famiglia. E’ una storia molto bella di immigrazione, piena di emozioni e di ricordi, che merita proprio di essere raccontata”.

Bravissimo nelle espressioni e negli atteggiamenti, durante il suo racconto Zadra passa senza soluzioni di continuità dal drammatico al comico, in un crescendo travolgente di ritmi e di riflessioni poetiche ed umane. Rievoca la storia della sua famiglia strutturata su ben tre generazioni, partendo dalla famiglia dei nonni per arrivare a quella dei genitori e quindi alla sua vita personale. Nel farlo, tratta anche la Storia con la S maiuscola riguardante l’Italia, narrando episodi drammatici, quali la guerra e il fenomeno dell’emigrazione, ed altri memorabili come l’epopea dei Mondiali di calcio 1982.

Uno spettacolo emozionante, intimo e divertente 

Una foto d’epoca del M° Fausto Zadra, bambino prodigio nel campo musicale
L’attore Marco Zadra da piccolo

La narrazione prende il via nel 1923 con l’emigrazione del nonno Alcide dal Trentino in Argentina (dove il 20/03/1934 è nato Fausto Zadra) e si conclude il 17 maggio 2001, data della scomparsa del padre pianista, sul palco del Teatro Ghione di Roma nel pieno dell’esecuzione del suo primo concerto dopo vent’anni di assenza dalla capitale italiana. Le mani si muovevano leggere sulla tastiera dello Steinway a coda, suonando un “Notturno” di Chopin, quando all’improvviso il M° Zadra ha piegato la testa sul pianoforte, quasi come un ultimo abbraccio verso lo strumento che lui tanto adorava. Da qui è scaturita la scelta del titolo: “L’Ultimo Recital”.

Primopiano di un giovane Fausto Zadra ed il particolare delle sue mani sulla tastiera

Nel Teatro Ghione è esposto il pianoforte gran coda al quale si esibì Fausto Zadra il 17 maggio 2001

TEASER DELLO SPETTACOLO quando è andato in scena nel 2021

Il tema centrale della “morte” viene affrontato con garbo e leggerezza fino all’epilogo dell’ultimo recital, cui segue un finale a sorpresa pieno di poesia ed umanità, che descrive Fausto Zadra come un uomo capace di essere allo stesso tempo un meraviglioso artista ed un padre affettuoso, che ha lasciato un testamento di amore. Non soltanto ai suoi tre figli Herman, Marco e Carlo, ma anche ai nipoti tra cui Luca e Giulia, progenie di Marco, che stanno seguendo le orme di famiglia in campo artistico: l’uno si è diplomato al Conservatorio di Musica “Licinio Refice” di Frosinone nel marzo 2019, mentre l’altra ha conseguito il diploma in Teatro Musica e Danza al Dams dell’Università Roma Tre nel marzo 2021, avendo intrapreso giovanissima la carriera di attrice (vanta esperienze cinematografiche in cortometraggi, pubblicità e videoclip, mentre in teatro ha calcato diversi palcoscenici romani anche al fianco del padre) ed attualmente è tra i docenti dei laboratori teatrali del Teatro 7 Off di Roma.

Foto di famiglia: Marco Zadra con i figli Luca e Giulia e la moglie Francesca Romana Misiti, che cura le scenografie e i costumi dei suoi spettacoli
Fausto Zadra, nato nel 1934 a Barranquitas – in provincia di Santa Fe – da genitori italiani, Alcide e Dina, due trentini emigrati in Argentina nel 1923

Fotografie e musiche accompagnano piacevolmente Marco Zadra nel suo racconto (qui la lista dei brani). L’attore ricorda un papà molto presente, che da buon sudamericano gli ha insegnato a giocare a calcio e che dalle tournée nei paesi dell’Est gli riportava regali improbabili, come le scarpe Adidas a quattro strisce o le magliette appartenenti a squadre rumene per lo più sconosciute, che Zadra da ragazzo ‘sfoggiava’ in una scuola di élite frequentata grazie agli enormi sforzi economici dei suoi. E proprio in quella scuola, un collegio molto austero gestito da preti, il povero Marco esibiva anche pullover pesantissimi – altrimenti destinati ai ragazzi africani dello zio missionario Padre Bianco d’Africa – e, insieme ad uno dei suoi fratelli, affrontò il temuto saggio di pianoforte, strumento che all’epoca non era capace di suonare.

Dall’album di famiglia: Marco Zadra in braccio al papà Fausto

E’ uno spettacolo che, tra tante risate e tanta dolcezza, commuove tutti.

Ciò è reso possibile dalla generosità con la quale Marco Zadra si dona, mettendo il suo cuore nelle mani del pubblico. Per circa due ore sul palco, il personaggio diventa persona con tutta la sua forza e le sue fragilità e racconta affabilmente, senza annoiare, un arco di tempo che sfiora il secolo. “I miei genitori hanno portato a compimento la loro missione terrena: la musica per loro è stata un veicolo importante con cui trasmettere i valori in cui credevano. Lo hanno fatto sia attraverso la bellezza delle loro doti interpretative, lasciando un testamento artistico di altissimo valore, ma anche attraverso la quotidianità di gesti umani disinteressati e soprattutto lontano dalla luce dei riflettori“ così Zadra ha scritto sul suo profilo Facebook in occasione della morte della mamma (18/07/2020), detta “La Leonessa delle Fiandre” a testimonianza di quanto fosse grande la sua forza d’animo. Nello spettacolo vengono ricordati anche i nonni materni: la bella Julia Cleeremans ed il Colonnello Jules Bastyns, di cui si erano perse le tracce per lunghi anni perché condotto in un campo di prigionia in Polonia.

Capita di rado un omaggio ai propri genitori ed alla propria famiglia così coinvolgente e denso di emozioni come questo, con cui Marco Zadra ha debuttato in occasione del ventennale della morte del padre e che negli anni ha proposto con successo di pubblico su palcoscenici come quelli del Teatro della Cometa, del Teatro Sette e anche del Teatro Domma. Ora approda al Teatro Ghione con un’energia ancora più forte, perché proprio sulle assi di quel palco, il 17 maggio di ventidue anni fa, Zadra ha dato il commiato a suo padre Fausto.

TEATRO GHIONE (tel 06/6372294)ACQUISTA ON LINE

Ingresso del Teatro Ghione (in via delle Fornaci, 37 – a 300 metri dal colonnato di San Pietro) – Ph: Valerio FacciniVIRTUAL TOUR DEL TEATRO

Lo spettacolo si avvale delle scene e dei costumi di Francesca Romana Misiti

Montaggio Audio: Luca Zadra. Tecnico di palco: Josè De La Paz. Fonica: Caterina Meduri. Disegno luci: Luca Palmieri. Foto di scena: Valerio Faccini

Foyer del Teatro Ghione  – Ph: Valerio Faccini

OMAGGIO A DUE GENITORI SPECIALI

Bis di Chopin concesso da Fausto Zadra a Palazzolo – Ottobre 2000
Bis di Bach eseguito da Maria Luisa Bastyns in Zadra – Bucarest 1988
Marco Zadra sul palco del Teatro Domma con “L’ultimo recital”- Ottobre 2022

Marco Zadra sui social: Youtube , Instagram , Facebook. FOTO: GALLERY