“La Tovaglia di Trilussa” con Ariele Vincenti tra musica e prosa

12-13 aprile: uno spettacolo emozionante e divertente, in cui si racconto una romanità in via d’estinzione, attraverso le parole e aneddoti pubblici e privati del “Poeta di Roma”.

Ne “La Tovaglia di Trilussa” il protagonista, interpretato da Ariele Vincenti, racconta di come suo nonno Remo, custode dello Zoo di Roma, sia diventato amico del famoso poeta durante le lunghe passeggiate tra le gabbie degli animali.

Una sera Trilussa (pseudonimo di Carlo Alberto Salustri, Roma 1871 –1950), ormai settantenne, lo invita per la prima volta a cena in osteria dove, tra quintini di vino e sfilatini burro e alici, si entra nella Roma “di una volta” in cui la comicità spontanea, i sani valori popolari e la schiettezza nei rapporti erano il fondamento della vita quotidiana.

La cena segue un percorso di narrazione a doppio binario, in cui la poetica pungente ed emozionante di Trilussa viaggia di pari passo con la sua vita avventurosa: dagli inizi nei caffè concerto, alle lunghe tournée in giro per l’Italia, in Europa e in Sud America. La sua disincantata ironia, gli amori incostanti, il vino come suo migliore amico, lo sperpero del denaro, oltre ad un innato senso di libertà che segnerà il suo rapporto col potere, fanno di Trilussa un poeta con un vissuto unico.

Era nato a Roma, in via del Babuino 114, ma da madre sarta bolognese e padre cameriere originario di Albano Laziale. Nonostante Trilussa scriva in dialetto, il riconoscimento e la stima di tanti intellettuali dell’epoca come Pirandello e De Filippo testimoniano quanto l’arte trilussiana sia entrata di diritto nella storia.

Le sue poesie più famose, le macchiette, i sonetti, le favole malinconiche sono parte fondante di questo racconto teatrale che vuole restituire a noi, ed all’amico Trilussa, il giusto ricordo umano, il doveroso onore artistico, la giocosa e scanzonata maschera del poeta che è stato.

“C’è un’ape che se posa su un bottone de rosa: lo succhia e se ne va…Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa”. TRILUSSA

Scritto da Ariele Vincenti e Manfredi Rutelli, “La Tovaglia di Trilussa” beneficia della supervisione registica di Nicola Pistoia e delle musiche dal vivo M° Pino Cangialosi.

E’ uno spettacolo popolare, emozionante e divertente in cui spiega Vincenti attraverso le parole e aneddoti pubblici e privati del “Poeta di Roma”, racconto una romanità in via d’estinzione. All’apice del suo successo, tutte le donne di Roma lo corteggiavano e file di curiosi gravitavano giorno e notte sotto la sua casa. In vecchiaia purtroppo ebbe problemi economici, ma non rinunciò alle amate cene in osteria. La cosa che mi ha colpito è che quando arrivava il conto, Trilussa scriveva due versi sulla tovaglia di carta mezza unta, la strappava, la dava all’oste e la cena era pagata. Durante le ricerche mi sono reso conto della grande attualità dei suoi scritti che toccano con metafore pungenti quegli aspetti sociali della politica e del potere che nella Storia sempre si ripetono uguali a se stessi.”

L’artista annota sul suo profilo FB: “Cor core in pace e l’anima serena” sabato 12 ore 21.00 e domenica 13 ore 17.00 sarò nel bellissimo e vivo Teatro Domma di Acilia con La Tovaglia di Trilussa… uno spettacolo che ci dà tante soddisfazioni, scritto con l’amico Manfredi Rutelli …musiche dal vivo del M.Pino Cangialosi, felici di portare in scena da 5 anni la vita e le meravigliose poesie del Poeta di Roma.

Botteghino : 3286077138 (anche WApp) – dal Lun al Ven 16:00 – 20:00

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Tra gli altri suoi lavori teatrali, Ariele Vincenti vanta il ruolo di protagonista di due monologhi che da anni porta in giro per l’Italia e che hanno superato le 100 repliche (“AGO Capitano silenzioso“, sulla storia del calciatore Agostino Di Bartolomei ed i valori che si porta dietro, e “Marocchinate“, scritto con Simone Cristicchi), oltre ad aver firmato con Fabio Avaro un adattamento teatrale del libro “Storie Bastarde” del giornalista Davide Desario, e ad aver firmato la regia di “Caino e Abele – il Musical“, tratto dallo storico musical di Tony Cucchiara, rappresentato di recente al Teatro Nuovo Orione ed ora in tournée con tanti giovani professionisti, tanto entusiasmo e tanta modernità. Con il suo teatro Vincenti si fa spesso portavoce di una denuncia sociale, come nel caso di “Ce l’ho ce l’ho mi manca”, ambientato nell’edicola ormai chiusa di piazza Testaccio. che per l’occasione è stata riaperta e si è trasformata in scenografia naturale di un viaggio recitato egregiamente da Matteo Cirillo nel mondo delle edicole, per la regia di Vincenti.

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