Al Teatro 7 Off, Francesco Stella e Alessio Chiodini in un dialogo tra due mondi diversi

Nella ospitale sala del Teatro 7 Off di Roma, zona Montesacro, fino al 21 aprile va in scena “Hotel due mondi”, frutto della brillante penna di Adriano Bennicelli, che ne cura anche la regia, avendo il giovane Luca La Ginestra come aiuto.

Musiche indiane in sottofondo accolgono il pubblico nella platea con 150 posti, introducendolo subito nell’ambientazione orientale.
La storia si ispira a un fatto di cronaca reale: una serie di attacchi terroristici, avvenuti simultaneamente il 26 novembre 2008 nella città di Mumbai, provocarono 195 vittime e circa 300 feriti, la maggior parte indiani. Gli scontri, durati circa 60 ore, finirono con un sanguinoso blitz per liberare l’hotel Taj Mahal, dove gli ultimi terroristi si erano asserragliati, dando la caccia agli ospiti superstiti, tra cui anche un italiano.
L’autore-regista Adriano Bennicelli venne particolarmente colpito dalla vicenda, perché vi fu coinvolto un suo amico. Ne ha tratto spunto per scrivere la sceneggiatura teatrale di “HOTEL DUE MONDI”, in cui indaga la ricchezza nascosta nel dialogo tra le diversità. Tutto ciò facendo ricorso ad un’elegante comicità.

Da sinistra, Francesco Stella e Alessio Chiodini in scena (Ph Elena Tomei)


La commedia è divisa in scene separate. Ha inizio con l’arrivo di Stefano (Alessio Chiodini), un ingegnere italiano, che giunge nell’hotel dove dovrà alloggiare durante la sua missione di lavoro a Bombay. A riceverlo c’è Sunil (Francesco Stella), un cameriere impettito. Per strada sono in corso i festeggiamenti per una ricorrenza locale.

Durante la cena nella sala ristorante, la conversazione tra i due rivela qualcosa di entrambi. Stefano, all’apparenza un professionista affermato, in realtà in azienda è l’ultima ruota del carro e gli sono affidati gli incarichi più scomodi: non avrebbe proprio voluto recarsi in India, un paese che tra l’altro reputa incomprensibile, a partire dal cricket per finire col cibo. Dal canto suo, anche Sunil sorprende, perché parla italiano ed è un ingegnere, avendo frequentato l’università a Roma.
Improvvisamente dall’esterno, mischiati agli scoppi dei festeggiamenti, provengono dei colpi di arma da fuoco, che sanno di attentato terroristico.
Sunil, a forza, porta via Stefano e, per sfuggire al pericolo, lo guida fino in cima all’ultimo piano in una camera che reputa sicura, in attesa che arrivino gli aiuti.
Due mondi opposti si ritrovano così a condividere l’attesa di un aiuto salvifico, scoprendosi ugualmente fragili e umani.


Il momento drammatico è però reso tragicomico dalla scrittura di Bennicelli, che dà vita ad un divertente scontro tra i due protagonisti di culture diverse, che tra reciproche incomprensioni e qualche risata si confrontano sui luoghi comuni delle rispettive etnie, senza risparmiare il cibo, il modo di vestire, le preferenze sportive, le usanze, la religione. Il dialogo è arguto e simpatico, di buon ritmo, reso ottimo dall’affiatamento tra gli attori: Francesco Stella è molto espressivo e con un’abilità linguistica eccezionale nel passare dall’indiano Namaste al romanesco “NamoaSte”, passando anche per il calabrese (sempre sul palco del 7 Off in questa stagione teatrale Stella ha recitato ne “In nome della madre” con Beatrice Fazi e Ilaria Nestovito e “Il piacere dell’attesa” al fianco di Michele La Ginestra e Federica De Benedittis, ndr); Alessio Chiodini (che il 7 Off ha visto protagonista anche di “Alcazar”, ndr) è estremamente credibile nei panni del suo personaggio un po’ ossessivo-compulsivo, che vuole tenere “a bada” le situazioni che sfociano in attacchi di panico.
Comicità, ironia e drammaticità si amalgamano bene in questo spettacolo che fa riflettere, divertire e sorprende nel finale.

Margherita De Donato

Le foto sono gentilmente concesse da Elena Tomei

Breve intervista agli attori e al regista qui

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