Ad Alex Britti, buon compleanno… in tour!

il 23 agosto Alex Britti ha compiuto 54 anni, festeggiandoli con due tour in giro per l’Italia: in uno c’è la sua anima pop, nell’altro quella blues con i brani di “Mojo, il suo primo album interamente strumentale. Abbiamo pensato di rendergli omaggio, ripercorrendo le tappe più significative della sua vita professionale anche attraverso le sue canzoni.

In alcune interviste Britti ha dichiarato che i suoi brani sono sempre autobiografici e ciò lo dimostra anche il testo della canzone che dava il titolo all’album It.pop: «Suonavo il blues / il jazz qualche volta mi assaliva di nascosto / però per i cantautori c’era sempre posto… e anche se il mio suono può sembrarvi strano / io faccio pop italiano»… Correva l’anno 1999, ma la sua anima divisa tra blues, jazz e pop trova la propria dimensione più congeniale nella doppia tournée dell’estate 2022, che sta collezionando molti ‘sold out’ e lo terrà impegnato fino a settembre (qui le prossime tappe del “Mojo tour” e del “Pop tour). Poi, nel mese di dicembre, per coronare un 2022 ricco di concerti, Britti partirà con il nuovo “Tour sul divano”, nella formula del ‘one man show’, e toccherà undici tra i teatri più importanti d’Italia (il 20/12 sarà alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica a Roma).

“Mojo” (pubblicato con It.Pop, la propria etichetta indipendente) è un disco con diverse sonorità racchiuse in “blues e dintorni”, anche se non mancano il jazz, il funk e il rock.

Era parecchio tempo che Britti aveva in mente un album così e finalmente è arrivato il suo momento!  Stanco di suonare la chitarra solo tra una strofa e l’altra di una canzone, l’artista ha avvertito l’esigenza molto forte di riportare in primo piano la sua sei corde. Ha scritto, infatti, sul suo sito ufficiale: “Era ora che lo facessi, era parecchio tempo che tanti amici e tanti fan mi chiedevano di farlo. Quindi l’ho fatto per me, ma anche per tutte le persone che me lo hanno chiesto.

Il titolo che ha scelto per l’album fa riferimento ad un amuleto, un portafortuna, qualcosa che ti dà energia, anche se Britti dice di non credere tanto nella fortuna quanto nel ‘sintonizzarsi con il mondo’.

Dieci brani da gustare e anche fischiettare sotto la doccia seguendo il mood perché, nonostante siano interamente strumentali, è la chitarra brittiana che fa da padrona, facendosi voce. Il ritmo varia e accelera un po’, di traccia in traccia, fino alla chiusura. Ognuna di esse racchiude una storia, un racconto, a volte un’immagine evocativa. Sono nell’ordine: S_funk – Sotto il cielo di Amsterdam – Insomnia – Dolce Sveva – Il treno per Roma – West & Co – Tuscany  – Respiro – MojoAdrenalina. Le abbiamo potute apprezzare tutte lo scorso 25 giugno alla Casa del Jazz di Roma, dove il tour ha fatto tappa, avendo come ospite il sassofonista Stefano Di Battista, una vecchia amicizia – artistica e privata – con cui Britti nel 2012 aveva realizzato il progetto strumentale “Mo better blues”.

Le piattaforme su cui trovare le dieci tracce di“MOJO”, il nuovo album strumentale di Britti, sono elencate qui

A 18 anni Britti girava già l’Europa suonando il blues e la sua tecnica raffinata di chitarrista l’ha fatto notare a grandissimi nomi, come Buddy Miles e Billy Preston, con i quali si è esibito sino al 1990, quando la sassofonista cantante americana Rosa King l’ha voluto nella sua blues band per un lungo tour europeo, che toccò le grandi capitali da Parigi a Monaco. Queste esperienze lo hanno portato a vivere per lunghi periodi all’estero, spesso con base ad Amsterdam (la città che con i suoi locali, i ponti, l’acqua ed il suo cielo, ha ispirato uno dei brani dell’ultimo album di Britti che, tramite le note della chitarra, la descrive meglio di una fotografia istantanea).

La foto che Alex Britti ha scelto come suo avatar sui social

Nel 2015 è ospite del chitarrista Toquinho durante un concerto dell’artista brasiliano al Teatro Manzoni di Milano. In occasione della partecipazione al “Concerto di Natale 2016, Britti ha incontrato e duettato con Patti Smith, una leggenda del rock. Con la chitarra aveva già accompagnato Joe Cocker e lo stesso Pavarotti durante il Pavarotti & Friends 1999. E’ stato proprio lì che Britti ha vissuto una delle emozioni più grandi della sua vita: ha ricevuto i complimenti personalmente da B.B. King per il quale, aveva aperto i live allo Smeraldo di Milano, nel 1998, anno in cui ha preso il via la sua carriera discografica.

Altro momento entusiasmante per il chitarrista è stato nel 1999, quando ha suonato un assolo con Ray Charles sul palco di San Remo, dove ‘The Genius’ era ospite ed interpretava una versione inglese di ‘Nel Blu dipinto di Blu’.

A tal proposito ricordiamo che Britti ha preso parte svariate volte al Festival della canzone italiana in qualità di concorrente, proponendo brani che hanno riscosso un grande successo, da “Oggi sono io” (con cui nel 1999 ha vinto tra le Nuove Proposte e che, due anni dopo, è stata interpretata da Mina “ancora non mi sono abituato a sentirla cantare da lei, mi prende un colpo ogni volta!” ha confessato, schivo e sincero, sul suo sito) a Sono contento (2001), 7000 caffè (che gli valse il secondo posto tra i Big nel 2003), “Solo con te” (terzo posto per la categoria Uomini nel 2006) e “Un attimo importante” (2015).

Ma il suo successo più grande e l’emozione più intensa li ha avuti il 23/06/2017 con la nascita di Edoardo, che ora ha cinque anni e a quanto pare canta bene, è intonato e conosce tutte le sigle dei cartoni animati. E’ stato il piccolo a dare il titolo al brano “Dolce Sveva”, perché così si chiama la sua fidanzatina. “Il treno per Roma”, invece, con quel sentimento di ritorno a casa che la anima, è sicuramente ispirato al desiderio del cantante di riabbracciare il figlio dopo essere stato in tournée. Britti ha anche rivelato che il suo primogenito lo costringe a suonare per lui canzoni come “Baby Shark” e “L’inno dei Vigili del fuoco” (vedi video).

Alex Britti racconta la gioia e le emozioni di essere diventato padre a 49 anni (intervista del 23/10/2021 nel programma ItaliaSì!)
Le fantastiche 4

Insomma Britti la chitarra non la lascia proprio mai! Ne ha circa una cinquantina, sparse ovunque vada, non solo per casa. A tutte ha dato un nome (una Dobro detta alla romana ‘er fero’, la Rossa, la Bianca, la Bionda) a cominciare dalla fida Martina, la sua storica Martin T-28, avuta dalla casa discografica durante l’incisione del suo primo disco, sfruttata al massimo nei primi tre anni di concerti e che ora riposa in cantina. Ne ha una sempre a portata di mano, fin dalla prima Eko Junior che gli venne regalata nel 1975 dai genitori, perché l’aveva vista a due fratelli, suoi vicini di pianerottolo. Ma a sette anni sapeva a malapena tenerla fra le braccia, così restò lì nella sua camera, fino a quando traslocò a Monteverde Vecchio. Fu tornando da scuola con il suo amico Vincenzo, che il piccolo Alex si imbatté in un volantino ciclostilato: nella parrocchia vicino casa c’era un prete, don Franco, che dava lezioni di chitarra e che gli regalò il suo primo plettro. Tutto ha preso il via da quel magico suono della chitarra – era solo un accordo – ma per Britti fu come una chiave che apriva una serratura. Aveva capito il segreto e che, da quel momento, non avrebbe più smesso di suonare. Il corso durò più o meno sei mesi, trascorsi i quali, a soli nove anni, Alex divenne l’insegnante degli altri ragazzini.

Britti con Edoardo Bennato, col quale scrive e interpreta “Notte di mezza estate” nel tour del 2006.

Il blues cominciò a parlargli attraverso “Burattino senza fili” di Edoardo Bennato: era l’anno 1977 e per Alex fu un’illuminazione. Chiuso in camera, metteva la cassetta nel mangianastri, faceva partire il pezzo e poi lo fermava, per provare a riprodurre uno per uno gli accordi appena ascoltati. Poi la sua stanza non gli bastò più e cominciò ad esibirsi davanti ad un pubblico, da solo o in duetto: c’erano le feste dell’oratorio, le date nel quartiere per gli anziani degli ospizi, per i quali Alex apriva lo spettacolo con pezzi di rock’n’roll e li finiva accompagnandoli negli stornelli. A dieci anni, con i regali della Prima Comunione, mise su il suo primo studio di registrazione: organo Bontempi, basso e batteria elettronici, registratore e cassette. Finalmente poteva suonare, farsi le basi e poi cantarci sopra. Aveva trovato il suo mondo. Ad undici anni, guardando Telefantasy, una rete privata che trasmetteva nel Lazio, apprese che cercavano ragazzini al massimo quattordicenni per Tombolino Superbaby, un talent show dell’epoca. Inutile dire che venne preso, non solo come cantante ma anche come ballerino di rock acrobatico in coppia con una ragazzina del suo quartiere con cui vinse il talent, arrivando anche secondo nella categoria dei cantanti. “Erano gli anni Settanta, girava l’adesivo di un hippie con i capelli lunghi, una specie di Rambo con una sei corde sulle spalle al posto del mitra. A quei tempi per i ragazzini era un mito. Per me si trasformò in un’ossessione”, ha raccontato in un’intervista rilasciata a Sandra Cesarale per ‘Il Corriere della Sera’.

Quel piccolo Bennato in miniatura con la chitarra e l’armonica fissata vicino alla bocca venne notato da un impresario, che lo volle nella sua compagnia viaggiante. Così dai dodici anni, per quattro estati consecutive, accompagnato dai genitori, il giovanissimo Alessandro (non ancora diventato Alex) cominciò ad andare in tournée, esibendosi in tante piazze del Lazio, delle Marche, ma anche in Abruzzo e nel nord della Campania. Guadagnava circa cinquantamila lire a sera, in un’epoca in cui un cameriere ne prendeva ventimila per una giornata di lavoro!

Britti con Pino Daniele

Intanto le sue conoscenze musicali crescevano: l’istinto, che gli aveva fatto apprezzare Bennato, lo portò verso Pino Daniele; poi scoprì Santana e, grazie alla collezione di dischi di un cugino più grande, anche David Lindley; su Videomusic – l’antesignano di MTV – vide Steve Ray Vaughan e nei tre anni successivi suonò i suoi pezzi ovunque. Alle scuole medie entrava in classe con la chitarra – pur sapendo che avrebbe dovuto consegnarla alla professoressa – per poterla poi suonare all’uscita sul muretto di fronte alla scuola. Si esibì al concertino di fine anno, ma poi venne bocciato… Voleva fermarsi alla terza media, però l’alternativa alla scuola era lavorare nella macelleria di famiglia, così si iscrisse al magistrale, senza però finire l’anno. Lo recuperò passando a ragioneria, ma parallelamente proseguiva a coltivare la passione per la musica, che lo portò a diventare il chitarrista del bluesman Roberto Ciotti, incontrato nell’allora nuovo locale Big Mama, che di recente ha chiuso i battenti. “Mi iniziarono a chiamare altri locali. Da lì ho iniziato a non dormire: tornavo alle 3 del mattino e alle 7 avevo le lezioni. Non so come, ho preso un diplomaccio con 36 sessantesimi” si legge in un altro passaggio dell’intervista a ‘Il Corriere della Sera’.

Ironia della sorte, Britti si è poi ritrovato dall’altro lato della cattedra, in qualità di professore, per il talent show “Amici” nel 2018, ed ha ricoperto il ruolo di ‘docente’ anche in molti altri seminari ed in un incontro-dialogo con amanti della musica al Festival Jazz di Palermo nel 2021 (vedi foto), così come molti anni prima aveva tenuto una session all’Università di Torino.

Nel 2011, la Rizzoli ha dato alle stampe Nelle mie corde, un libro/dvd contenenti 8 lezioni, durante le quali Britti ha raccontato le sue passioni musicali e svelato qualche trucco chitarristico.

Britti ha dato lezioni di chitarra in diretta sui social anche durante il periodo del lockdown dovuto al Covid, facendosi promotore di una raccolta fondi per l’Ospedale Niguarda di Milano, che ha ricevuto molte donazioni. Alle lezioni hanno fatto seguito gli esami, per verificare quanto i partecipanti avessero imparato. E’ stato chiesto loro di inviare un video in cui suonassero una canzone dell’artista. I 10 musicisti e cantanti selezionati si sono poi esibiti in diretta sul profilo Instagram del chitarrista. In premio la possibilità di potersi esibire in un duetto con Britti ad emergenza rientrata. La vincitrice del guitar contest è risultata Roberta Finocchiaro, che il 18 agosto 2020 ha calcato il palco con lui durante un suo concerto a Piombino.

il 28 settembre 2021 Sperling & Kupfer ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata “Strade. Una vita con la chitarra in spalla, dalla quale abbiamo appreso molte delle informazioni qui riportate.

Il libro è la testimonianza del bisogno di partire e rimettersi in cammino. Vi è raccontato il peregrinare incessante – da Zingaro felice‘ – che da sempre anima il cantautore romano. Non a caso in quella canzone del suo terzo album dal titolo “3”, risalente al 2003, Britti parlava di sé così: “Un uomo sui trent’anni come un sacco di altra gente / basta poco per ferirlo o per lasciarlo indifferente / una vita di avventure a rincorrere una meta / a bussare a un’altra porta per entrare in un’altra vita / Una macchina modesta che per lui sarà un gioiello / poche sigarette in tasca e niente fiore nel suo occhiello / La sua timidezza a volte è l’arma sua migliore / un sorriso per nascondersi e gli occhi per parlare / C’è uno zingaro felice che si sveglia ogni mattina / con la voglia di partire e con la testa sulla luna / C’è uno zingaro nascosto dentro il cuore di ogni uomo / quando molleresti tutto per andare via lontano / così, come viene / questo senso di voglia di libertà…”

Intervistato da Isabel Piazza, Britti apre le porte del suo privato che per molti anni. ha custodito gelosamente, schivando la notorietà. L’occasione è stata la pubblicazione del suo libro biografico “Strade: una vita con la chitarra in spalla”, grazie a cui conosciamo “Alessandro” oltre al personaggio Alex Britti.

Grande è la passione di Britti per la musica, una cosa bella che lo fa stare bene e che spera crei la stessa reazione in chi lo ascolta, tanto che, nel 2020 e 2021, nonostante l’emergenza Covid, per sostenere il settore e le maestranze, ha scelto di non fermare l’attività live, decidendo di svolgere una serie di concerti con presenza di pubblico contingentato.

Ma Britti ha anche altre passioni, che spaziano dallo sport (nuoto, tennis, bicicletta, equitazione, palestra, ma in particolare la corsa – probabilmente avrebbe coltivato l’atletica se non si fosse affermato nella musica; quando gioca a calcio, è sua la maglia numero 5 in onore di Falcao, un mito della sua generazione, essendo di fede romanista), al cinema (ha fatto la colonna sonora di alcuni film, tra cui nel 2011 “Immaturi” di Paolo Genovese), alla fotografia e non ultima viene anche la cucina / i fornelli (nel suo giardino ha ritagliato un piccolo spazio per le erbe aromatiche: basilico, prezzemolo, menta romana, menta piperita e due o tre tipi di peperoncini).

Quest’ultima passione l’ha portato a partecipare a Celebrity MasterChef ed.2017″, dove ha dimostrato di saperci fare ai fornelli, avendo imparato a 13 anni – anche qui da autodidatta – rubando con gli occhi mentre la mamma Annita cucinava la matriciana, la carbonara ed altri piatti della cucina romana. Quando aiutava il padre Umberto in macelleria, la sua specialità era preparare gli hamburger: ne faceva uscire 180-250 in un pomeriggio. Tutto ciò gli è poi tornato utile a 20 anni, quando è andato a vivere da solo, subito dopo aver finito il servizio militare. Nella sua autobiografia, Britti racconta anche un simpatico aneddoto inerente quel periodo: non potendo suonare la chitarra all’interno della caserma, durante la libera uscita si recava presso i negozi di strumenti musicali e vi rimaneva a suonare per ore, fingendosi interessato all’acquisto, per poi andarsene senza prendere nulla.

Anche io ho un aneddoto personale su quando mi è capitato di incontrare Alex Britti da vicino. E’ successo molti anni fa, nel 2003, mentre ero in un supermercato ed avevo nel portafoglio il biglietto per il suo concerto, che si sarebbe tenuto pochi giorni dopo alla Cavea dell’Auditorium, tappa romana del tour “Kitarra, voce e piede”. All’inizio mi ha dato l’impressione di essere timido e riservato, ma quando gli ho parlato di musica si è dimostrato molto gentile anche nell’autografarmi il biglietto. Per dirla usando i titoli delle sue canzoni, ciò che mi ha emozionato di quell’incontro inatteso è stato l’avvicinare un coetaneo che fin “Da piccolo” ha inseguito il suo sogno di “chitarrista, falso cantante, che si diverte a raccontare storie” e che ha lavorato sempre tanto per perfezionare il suo “Dendedendenden” e per suonare in modo straordinario “3 kitarre”, il blues ed il “Jazz” (“ma solo due o tre volte a settimana”), girando l’Europa con “Nomi” come Louisiana Red, per trasferirsi poi a “Milano ed entrare nel mondo della discografia, al grido di “Fatemi spazio” per superare il “Gelido inizio della carriera e poter arrivare a dire “Oggi sono io e a realizzare “La vita sognata”, basando tutto sul “.23” (“…perché è il giorno del mio compleanno / E poi si sa / Che porta anche fortuna /quindi Punto su di me per vincere.23 e nuoto contromano / In un fiume di perché / Ma poi seguo l’istinto / E c’è una voce dentro me / Che dice sempre punta su di te“).

“PUNTA IN ALTO E REALIZZA IL MIRACOLO CHE DESIDERI”, ha detto qualcuno. Mi sembra che Alex Britti ne sia stato ispirato e lo abbia fatto fino in fondo nella sua professione. Se lo incontrassi di nuovo, gli chiederei di venire al Teatro Domma per parlare ai giovani dell’impegno che ha messo nel trovare la propria strada, così da incoraggiarli a perseguire i loro sogni e a non mollare mai. Chissà che l’occasione non si crei a dicembre in occasione del prossimo “Tour sul divano”! (Biglietti in vendita già dal 25/08) con cui ha deciso di chiudere l’anno raccontando e raccontandosi. Intanto…AUGURI DI BUON COMPLEANNO!

Margherita De Donato

Discografia

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