Visti da vicino…Ilaria Nestovito e Francesco Stella

Conosciamo meglio i protagonisti di “In nome della madre”, rivisitazione teatrale del famoso testo di Erri De Luca, che racconta la fine dell’adolescenza di Miriam-Maria con il linguaggio semplice e toccante della poesia. In scena il 12 novembre al Teatro Domma.

Una storia vecchia di duemila anni che riesce ad affascinare ancora oggi, grazie all’interpretazione degli attori Ilaria Nestovito (nel ruolo di Maria) e Francesco Stella (Giuseppe), che affiancano Beatrice Fazi, la Maria narrante in chiave adulta e moderna. I due giovani indossano costumi storici, che ci riportano inequivocabilmente a duemila anni fa. Beatrice Fazi ‘voce narrante’ sottolinea, invece, anche con gli abiti la sua contemporaneità: allude forse ad una profuga in fuga dalla guerra? Le luci illuminano alternativamente i “quadri” in scena, come per un sottile parallelismo con la coppia costretta a trasferirsi da Nazareth a Betlemme sotto la dominazione romana.

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La vicenda è presentata su due piani di narrazione, dando risalto al lato umano dei protagonisti, soprattutto a quello femminile, già dal titolo IN NOME DELLA MADRE. Ad Ilaria Nestovito il compito di trasmettere la forza e la speranza della giovane Maria, piena di grazia e consapevole del suo grande ruolo. Francesco Stella interpreta un Giuseppe, dapprima dubbioso, ma che poi si dimostra un ottimo esempio di padre e marito. Il testo realizza la bellezza di questi sentimenti puri, forti e universali, a prescindere dall’essere credenti o meno.

CURRICULUM di ILARIA NESTOVITO

Dal 26/10 al 06/11/2022 Ilaria Nestovito ha calcato il palco del Teatro Golden in “E’ cosa buona e giusta”, un viaggio un po’ nostalgico tra passato e presente, tra musiche e coreografie, scritto da Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli, regia di Andrea Palotto. Con lei un cast altrettanto giovanissimo, formato da Alessandro La Ginestra, Ilaria Mariotti, Alessandro Buccarella, affiancati dallo stesso Michele La Ginestra. Inoltre è nel cast di “Canonico” su TV2000 con Michele La Ginestra ed ha interpretato Carmen, una dei giovani disposti a tutto pur di raggiungere il proprio sogno, in “Backstage – Dietro le quinte”, film su Amazon Prime.

CURRICULUM di FRANCESCO STELLA

Nel 2022 Francesco Stella è stato impegnato in varie rappresentazioni teatrali. Oltre ad aver già vestito i panni di Giuseppe per “In nome della madre” al Teatro 7 lo scorso marzo, in seguito ha ricoperto i ruoli di Bastien Bernajacques, direttore de “L’albergo del libero scambio” (nell’adattamento dell’omonima pièce di Georges Feydeau realizzato da Marco Zadra in maggio e nuovamente in scena dal 10/11 al 04/12/2022 al Teatro 7off), del carabiniere semplice Francesco Merilli in “Minchia Signor Tenente” (che ha chiuso i battenti al Teatro Ghione ad aprile, dopo 12 anni e oltre 500 repliche) e di Adriano in “Gregory: una storia di famiglia” a marzo al Teatro de’ Servi (una commedia emozionante di Veronica Liberale, che racconta il tema delicato dell’autismo con consapevolezza, umorismo, profondità e senza retorica, per la regia di Nicola Pistoia), che andrà in scena al Teatro Domma il 25/03/2023.

BREVE INTERVISTA DOPPIA

1) Con l’adattamento teatrale, a cura di Michele La Ginestra, del libro “In nome della madre” di Erri De Luca portate in scena una storia in cui si torna indietro nel tempo, ma è anche una storia attuale che parla di precarietà e di non accoglienza…Lo spettacolo quale messaggio vuole mandare? Cosa vi piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?

ILARIA: Sicuramente il messaggio che mi piacerebbe arrivasse al pubblico è capire quanto questa storia così lontana da noi, dalla nostra quotidianità, in realtà sia molto più vicina, perché fondamentalmente si parla di una coppia che si ama. Si parla di un Amore Superiore, se uno vuole intenderlo in senso divino, ma tranquillamente potrebbe essere visto anche come un amore molto forte, che va al di là proprio di qualsiasi difficoltà. A fine spettacolo questa cosa che riguarda l’unione di questa coppia ci viene detta spesso e a me fa molto piacere, perché sono contenta che con Francesco siamo riusciti a creare la giusta alchimia, per far sì che esca fuori il rapporto veramente puro e d’amore tra questi due giovani.

FRANCESCO: Il messaggio dello spettacolo in realtà è una narrazione della Storia più famosa del mondo, quindi già di per sé uno scopo è il ri-raccontarla ancora, perché non fa mai male. Penso che la chiave di lettura che abbia voluto dare Michele, e che noi attori cerchiamo di dare anche con l’interpretazione, sia quella di renderla il più umana possibile cioè, al di là del credere all’Annunciazione dell’angelo alla giovane Maria – perché ogni spettatore è libero di credere o meno – rappresentarne l’umanità, seguendo quindi i problemi, le paure, le ansie di questa giovane ragazza e del suo sposo un po’ più grande. Ecco, forse la chiave centrale è proprio la loro precarietà, che in qualche maniera fa eco alla situazione storica nella quale stiamo vivendo, con quello che sta succedendo con la guerra in Ucraina, ma un po’ in generale in tutto quanto il mondo, perché non è proprio un bel mondo….sì, questa precarietà nella quale gli uomini e in particolare Maria e Giuseppe si sono trovati a vivere.

2) Interpretate i ruoli di Maria e Giuseppe, la giovane madre del Figlio di Dio ed il suo sposo nonché padre putativo di Gesù. C’è qualcosa di Ilaria e di Francesco che mettete nei vostri personaggi?

ILARIA: Senza dubbio, di me c’è l’innocenza perché, nonostante io sia ormai prossima ai 30 anni, l’innocenza è una cosa che continua ad appartenermi, però c’è anche molta determinazione. Il fatto di andare avanti e decidere di affrontare una situazione del genere, da me è visto come determinazione; in Maria chiaramente diventa forza data dall’Alto. Nel vestire i panni di Maria, gioco sfruttando appunto questa determinazione che ho nella vita in generale.

FRANCESCO: Giuseppe è un personaggio che nei testi sacri non parla mai. Non ha neanche una battuta, per dirla in maniera teatrale. Non ci sono parole di Giuseppe, quindi tutto quello che ci abbiamo messo è frutto dell’adattamento di Michele e un po’ della mia interpretazione. Ho cercato di immaginarmi cosa possa vivere un uomo al quale viene detto quello che è stato detto a Giuseppe, partendo dal presupposto che lui – sicuramente dopo un iniziale dubbio atroce – poi però creda fortemente alla sua sposa… Di mio c’è il fatto che, casualmente, le prove della prima messa in scena di “In nome della madre” coincidessero con un momento particolare della mia vita, perché stavo aspettando il mio primo figlio – che poi nel frattempo è nato – quindi queste sono le prime repliche da padre vero!e, inevitabilmente, ecco che le paure, le emozioni che vengono raccontate nello spettacolo sono cose che ho vissuto anche io nella mia vita vera.

RINGRAZIAMO ILARIA E FRANCESCO PER QUESTA PICCOLA CHIACCHIERATA, NELLA QUALE CI HANNO FATTO CONOSCERE ANCHE QUALCOSA DI LORO AL DI LA’ DEI PERSONAGGI. ALLA PROSSIMA!

Margherita De Donato