CYRANO di Giuliano Calandra al fin della licenza, tocca!

Dopo il debutto con sold out, una replica straordinaria si aggiunge sabato 25 novembre alle ore 19:00 a quella prevista per domenica 26, che ha già quasi esaurito i posti. Prenotazione obbligatoria al 3518059183 per la sala teatro di Santa Maria delle Mole a Marino

Abbiamo assistito alla prima dell’adattamento moderno che Giuliano Calandra ha fatto estrapolando soltanto i tre personaggi principali – Rossana e Cristiano, oltre al protagonista – del famoso Cyrano de Bergerac (1897) di Edmond Rostand, facendoli muovere con le coreografie di Giulia Ortenzi in una scenografia essenziale, ma efficace sul palco dell’Officina Arte e Cultura (via Carlo Levi, 16).

Luci di colori diversi illuminano alternativamente le cornici dei tre rettangoli in scena, che delineano lo spazio recitativo degli interpreti, uno dei quali funge da piccolo balcone, da cui Rossana ascolta rapita le parole dell’innamorato Cristiano de Neuvillette…o di Cyrano, suo cugino?

Da sinistra, Giuliano Calandra, Alice Tempesta, Tommaso Lo Cascio

L’opera si colloca in Francia, nella Parigi del Seicento. Lo spadaccino Cyrano, dal naso prominente, è temuto per la sua spada infallibile e le battute taglienti, ma è anche “amante, non per sé, molto eloquente”. Colto e sensibile, vive custodendo dentro di sé un segreto, l’amore per la cugina Rossana e lo esprime accontentandosi di scrivere versi amorosi che il bel Cristiano le dedica, non sapendo dare voce al suo cuore.

“I miei pensieri hanno bisogno di una voce! Ti suggerirò io le parole…Io ti renderò eloquente e tu mi renderai affascinante!”, si immola così Cyrano, pur di esprimere ciò che prova per la donna a cui non ha il coraggio di dichiararsi personalmente, temendo da lei un rifiuto, perché brutto di aspetto. Cristiano dapprima accetta di amare ed essere amato per interposta persona, pur di dare a Rossana quel bacio tanto agognato, come “un apostrofo rosa messo tra le parole T’amo”. Poi, però, preferisce tentare che lei lo ami per se stesso: bello, ma privo di spirito. Il segreto dei due rivali in amore non è comunque svelato, finché intervengono circostanze inevitabili. L’aspetto avvenente di Cristiano sarà infine battuto dall’anima di Cyrano, cadetto di Guascogna che indossa “un cappello di vecchia vigogna di cui copron le piume il feltro roso” e che al fin della licenza, non perdona e tocca. Per entrambi però giungerà la fine. Cristiano e Cyrano finiranno insieme al fronte, verso il quale si avviano quasi a passo di danza (a cura della coreografa Giulia Ortenzi). Cristiano non farà ritorno e Cyrano continuerà ad amare nell’ombra, fino al giorno in cui dirà “Io me ne vo… Scusate: non può essa aspettarmi. Il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi”.

Giuliano Calandra sceglie accuratamente i versi salienti dell’opera che ha reso immortale il poeta francese e mette in scena la vicenda di un eroe tanto impavido in battaglia quanto fallimentare in amore. I tre protagonisti hanno tra loro una bella alchimia: Calandra, che è anche il regista, totalmente calato nel ruolo di Cyrano, non si risparmia e conquista il pubblico grazie alla sua maestria, affiancato con sicurezza sulla scena da due ex allievi: Alice Tempesta e Tommaso Lo Cascio. A quest’ultimo è dato il compito di recitare la lunga presentazione dei cadetti guasconi, sempre pronti a sguainare la spada, e quindi anche i versi: “Questi sono i cadetti di Guascogna di Carbonello di Castel Geloso; gradassi e mentitor senza vergogna!”. I costumi di Martina Tempesta sono in perfetta sintonia con le scenografie. Le musiche, quali Mon Amour e Formidable (ceci n’est pas une leçon) di Stromae, sottolineano le interpretazioni, conferendo maggiore intensità anche alla messa in scena.

Il pubblico in sala respira passione per il teatro e dedizione a quest’arte, nutrite non solo da parte dei tre protagonisti, ma anche dal cast tecnico che ha lavorato dietro le quinte e che viene chiamato sul palco per i ringraziamenti finali. “Grazie a tutti per il calore, il sostegno che ci date per questo nostro teatro…vedervi così emozionati ci ripaga di ogni sforzo”, le parole spese nel ringraziare gli spettatori numerosi nella pur piccola sala. Grandi passi ha compiuto l’Officina Arte e Cultura in neppure tre anni. Era la primavera del 2021 quando Giuliano Calandra insieme a Giulia Ortenzi – al suo fianco nella professione e nella vita privata – provenienti da esperienze artistiche nel mondo del teatro e della danza, cercavano uno spazio di 150-180 mq, in cui realizzare il proprio progetto di una scuola di teatro e danza, con laboratori e corsi anche di canto e di scrittura creativa, oltre ad incontri con esponenti vari del mondo artistico. Adesso stanno raccogliendo i frutti di quanto seminato, inseguendo il proprio sogno con perseveranza e invitando anche i propri allievi ad accendere in se stessi quella scintilla che fa vivere per davvero. E’ così che l’Officina Arte e Cultura, con la sua fucina di talenti e professionalità, è diventata il cuore pulsante dei Castelli Romani.

Mi è sempre piaciuta la storia di Cyrano e sento di consigliare vivamente questa toccante e coinvolgente messa in scena di un intramontabile classico, realizzata da Giuliano Calandra ad esatta misura dello spazio teatrale di Santa Maria Delle Mole.

CYRANO Ercole Saviniano SIGNOR DI BERGERAC, che in vita sua fu tutto e non fu niente!vi aspetta sabato 25 novembre alle ore 19:00 e domenica 26 alle 18:30 presso l’Officina Arte e Cultura in via Carlo Levi 16, a Marino.

Successivo appuntamento, sempre per la regia di Calandra, sarà uno spettacolo divertente per tutta la famiglia “Christmas in Wonderland”, che promette di far vivere la “colorata” magia del Natale nel paese delle meraviglie. Un cast di professionisti interpreteranno canzoni inedite e coreografie originali di Giulia Ortenzi nel musical di Natale in scena domenica 3/10/17 dicembre (ore 16.30).

Margherita De Donato

Teatro di Santa Maria delle Mole allestito per lo spettacolo di Calandra, che ha inaugurato la stagione teatrale 2023-2024:  il brillante monologo  “Come una barca in mezzo al mare” , tratto da “In mezzo al mare” – opera della penna di Mattia Torre. Un equilibrio instabile di domande che non trovano risposte e risposte che non trovano domande, tra cui un giocatore di ping pong prova a districarsi, raccontando la sua versione dei fatti su una relazione finita male, o meglio mai iniziata, con la seducente Elena. Ne scaturiscono riflessioni sulla condizione di un uomo smarrito nell’insensatezza del mondo circostante.